lunedì 26 ottobre 2015

Dragonball Z: la resurrezione di F

Seriamente, più fanno film su Dragonball e più diventa imbarazzante guardarli.
Voglio dire, quelli della mia generazione sono cresciuti a Cavalieri dello zodiaco, Kenshiro e Dragonball… Ecco spiegato perché certe sfrontatezze a dei mostri sacri di cartoni non si devono fare per nessuna ragione, previo linciaggio pubblico nella piazza del paese (vogliamo parlare della sigla di Lupin scritta da Moreno? No, dico, vogliamo proprio parlarne? Vogliamo che si levi un bestemmione nazionale udibile quasi in Groenlandia se gli abitanti non avessero le orecchie tappate dal cerume ghiacciato? Perché è risaputo, centinaia di anni fa sono state create le bestemmie unicamente in previsione di questa sigla e dell’impatto che avrebbe avuto su tutti noi fan (di Lupin, non certo di Moreno).
Comunque, non divaghiamo.
Cosa ne penso dell’ultimo film di Dragonball?
Orbene, bastano solo i primi trenta secondi a bollarlo come enorme puttanata offesa verso tutto ciò che di epico ed emozionante c’era in Goku and C.
Mentre i film normali di azione e di supereroi cazzuti si aprono con almeno quattro scazzottate, un paio di esplosioni e qualche grattacielo che crolla (vedi ad esempio fast and furious 7 o gli Avengers), Dragonball si apre con dei pupazzi in versione orchestra Casadei con tanto di fatine che svolazzano allegramente intorno ad un albero.
Ora, puoi tu amabile cazzone ingenuo sceneggiatore incominciare un film del genere con degli orsacchiotti? Io capisco che un po’ di pirlaggine in Dragonball c’è sempre stata, ma ti ricordo che gli allora bambini che seguivano il cartone adesso sono adulti e si aspettano che si sia evoluto anche il contesto e le atmosfere (il fatto che io a tre anni guardavo i Teletubbies non significa che a venti me li riproponi nella stessa salva: se vuoi mantenere dell’entusiasmo dell’allora tuo piccolo fans, minimo adesso dovrebbero essere in versione horror, ovvero che si sbranano fra di loro, con il bambino/sole che defeca sulla loro testa perché si è strarotto di sentire i loro nomi di merda e vuole vendicarsi cambiando il colore della loro pelliccia).
Poi, passiamo oltre: ok l’idea di Freezer ma imbastiamo una trama un po’ più complessa del ‘Adesso sono tornato e mi vendico, vado sulla terra e ammazzo tutti. Visto che genio che sono?!?!?’.
Che, ribadisco, ci potrebbe anche stare per un pubblico di cinque/sei anni. Ma già quelli di sette vogliono qualcosa di più complesso. Figuriamoci quelli di venti/trent’anni!
E ancora, i più babbi di minkia del pianeta (in rapporto a potenza con Freezer) vanno a combatterlo e (mini-spoiler) tu Crilin dici ad androide 18 (che è ben più potenti di tutti quelli che combatteranno contro il nemico messi insieme) di restare a casa… E lei accetta pure? Ma quando mai persona/robot minimamente intelligente concepirebbe una soluzione simile? (chiuso mini-spoiler).
Ma poi, puoi far combattere Gohan in tuta da ginnastica? E’ come guardare Platinette in autoreggenti e completino di pizzo: non si può guardare, per Dio! Cioè, passa da ragazzino stra-cazzuto a pantofolaio accasato? Ma sparatevi tutti!
Senza contare che per la maggior parte del tempo i personaggi si comportano da veri imbecilli (specialmente i due ‘allenatori’ di Goku: divinità idiote patite di dolci… Ma ci siete o ci fate?).
E vogliamo parlare della trasformazione di Goku e Vegeta? Siamo passati da un super sayan stracappellone a… un punk sfigato? Ma invece di evolvere regrediscono? Ma allora mettetevi pure la tuta da Sailor Moon e il marsupio di Doraemon!
Ma poi (mini-spoiler): manco una fusion fate? Ma fatene almeno una con un chiwawa così ci facciamo almeno quattro risate! Manco quella (chiuso mini-spoiler).
Un’ora e mezza di film di cui più di un’ora a tergiversare e a fare qualche misero combattimento (anche se ho apprezzato come i personaggi secondari hanno usato le loro ‘armi speciali’ contro i nemici, in ricordo dei nostalgici vecchi tempi) arrivando così al combattimento clou che si è già così delusi, amareggiati, incattivati e annoiati e cazzounfilmdecentedigokumai,perDio? che ogni cosa facciano di spettacole ed avvincente (poca roba comunque) passa in secondo piano.
Peccato perché dovrebbero sfruttare meglio le potenzialità di questo cartone storico.
Morale: se proprio non potete farne a meno e volete darci un’occhiata, saltate tutta la prima parte e guardatevi il combattimento finale. Almeno avrete avuto la parvenza di vedere un film passabile.

giovedì 22 ottobre 2015

Zine! n.17

E' uscito il nuovo numero di Zine!
 

Accorrete numerosi perché c'è una mia intervista ai Paguri (vi dice niente 'Don Zauker' e Nirvana'?) e un mio racconto breve.
Potrete leggere la rivista a questo indirizzo: http://issuu.com/fumettisulweb/docs/fsw_zine_16

lunedì 19 ottobre 2015

Capodanno 2015 con Gigi D'alessio


Ora, chiariamo che io non sono contro Gigi D’Alessio (lo dimostra il fatto che alcune canzoni non mi dispiacciono neanche poi tanto) è il criterio con una rete nazionale mette lui e sua moglie (gnocca quanto vuoi ma non certo il non plus ultra della soubrette/spalla/conduttrice) a condurre lo show di Capodanno che mi lascia perplesso.
E ancor peggio mi turba accorgermi di come un duo del genere l’anno scorso ha fatto un botto di spettatori. Voglio dire, se l’han fatto loro, cosa diavolo hanno proposto come ‘valida’ alternativa le altre reti (probabilmente dei film dei Vanzina, una rassegna di documentari del dopoguerra in russo con sottotitoli in spagnolo, un concerto di nacchere, un coro di ultracentenari trasmesso dall’ospizio di Sannazzaro de Burgondi e una televendita di supposte per rinoceronti stitici).
Ma metteteci Luca e Paolo con la Littizzetto o i comici di Zelig o un Ligabue e un Vasco (certo, magari gliel’hanno anche proposto ma loro gli avranno anche riso in faccia:‘Dai, siamo seri, noi siamo veri artisti! E dopo il Capodanno cosa ci proponete di fare, l’Isola delle stelle cadute nell’oblio? Ché un’artista ha anche una sua dignità, eh’.
È come se proponessero alla Pausini di cantare il jingle della pubblicità degli assorbenti interni o a Umberto Eco di scrivere la sceneggiatura del prossimo cine-panettone o al Papa di benedire una coppia di gay che si sono tatuati sulla fronte ‘666’. Dai, siamo seri!!!
Tutto questo per dire cosa: che io come l’altro anno neppure per sbaglio capiterò sul Capodanno della famiglia D’Alessio e intanto temerò di sapere il share quant’è stato.

martedì 13 ottobre 2015

pixel


Parliamone: uno lo sa che se va a vedere un film del genere non si può aspettare nulla di buono e che uscirà dal cinema pensando di aver buttato nel cesso otto/dieci euro. Dato che già che c’è ‘l’uomo flop-movie Sandler’ come attore è sinonimo di film pessimo. Se poi te lo trovi anche come produttore è la morte del cinema.
Ma fa proprio cagare ‘sto film?
Beh, diciamo che mi ha fatto lo stesso effetto di tutti i vari cine-cagata-panettoni italiani: Natale a Beverly Hills, Natale a Miami, Natale a Rio, Natale a Chemerdadifilm York. Disgustorama.
Rientra tra quei film che guardo quando ho problemi di stitichezza e ho bisogno di quella marcia in più per andare di corpo.
Il problema vero e proprio è che vanno a prendere delle pietre miliari degli anni ’80 che hanno un potenziale enorme, smisurato… E ci gettano sopra palate di letame (senza neppure un misero Arbre Magique a coprire un minimo l’odore).
Giocano sulla nostalgia di chi li ha vissuti a pieno regime quegli anni… Ma rovinano tutto con una trama veramente troppo debole e stupida per fare colpo. Che ci può anche stare la trama esile se solo poi la infarcisci di gag esilaranti, raffiche di rimandi al passato e nostalgie canaglie a palla… Invece no, è un susseguirsi di battute deboli, scene scontate e dinamiche che sai già dove andranno a parare.
Qualche idea originale non è neanche da buttare (le auto di vari colori che rappresentano la versione reale dei fantasmini di Pac-man mi ha fatto sorridere) ma non è sufficiente.
Non è tanto che sia un film stupido. È che lo è andando a toccare i mostri sacri del nostro passato: questo è un affronto, un colpo basso, una bastardata.
Che dire, un film che non andrei a vedere al cinema manco se mi regalassero il biglietto (forse se mi pagassero, ma solo se posso nel frattempo ascoltarmi della buona musica con l’mp3 e navigare sul mio cellulare per tutto il tempo), che mostrerei al mio peggio nemico come strumento di tortura per estorcere informazioni segretissime e che userei ogni qual volta i problemi di stitichezza raggiungessero livelli pericolosi per la mia salute e ho bisogno di un rimedio rapido e invasivo per risolverli.
Il definitiva: se volete mantenere un bel ricordo dei tempi andati, non guardatelo. Altrimenti rischiate che ogni volta che ripenserete alle vostre giornate di ragazzi passate in salagiochi si sovrapporrà qualche scena di Pixels, il quale annienterà i bei ricordi e vi farà crescere solo il desiderio di uno sterminio di massa in uno studios americano.

venerdì 9 ottobre 2015

Sense8 dei fratelli Wachowski


Ho reazioni controverse riguardo a questo telefilm, quanto un ragazzo che si porta a casa una stragnocca e, una volta spogliata, scopre essere un travestito.
L’idea di base della serie mi piace: otto persone nate e cresciute ai quattro angoli della terra sono legati da una connessione telepatica che li fa interagire tra loro nei modi più disparati. Mentre le loro vite proseguono tra alti e bassi, tra colpi di scena alla Beautiful e vite ordinarie da comuni mortali, alcuni loschi individui cercano di mettere loro i bastoni tra le ruote.
Apprezzo anche lo sbatti di aver studiato usi e costumi di paesi diversi dalla loro America (per dirne alcune, di Seul, Mombai, Berlino e Messico).
Senza contare che le puntate sono scorrevoli e succede sempre qualcosa che tiene alto l’interesse.
Però… Però in fondo è un Arrow(il nemico numero uno di tutti i telefilm dei supereroi che si rispettino, colui che ha fuso l’universo DC con l’universo Cento Vetrine ottenendo sullo spettatore lo stesso effetto di un una diarrea lancinante in un luogo affollato di persone e senza vie d’uscita). È in fondo una telenovelas con qualche accenno di telepatia e scena di sesso (anche se: va bene qualche pisello al vento… Se però mi offri una controparte di nudo femminile. La par condicio ci starebbe bene anche qui, non trovate?).
Ci si aspetterebbe un’introduzione dei personaggi nelle prime 2/3 puntate e poi un’escalation di azioni, dove la connessione tra le persone domina e porta a colpi di scena sempre più spettacolari e da supereroi. Non certo un girare intorno alle vite amorose e lavorative dei protagonisti, dove la telepatia è solo marginale e a volte ininfluente allo sviluppo della storia. Non certo la presenza di un cattivo e un buono che conoscono la vera natura (e pericolosità) di questi ‘sensate’ ma fanno poco o niente per movimentare la storia. E senza contare che otto protagonisti sono tanti se atti a riempire la prima serie di episodi da soap opera argentina.
Sarà che io sono un figlio di Heroes e quindi ciò che riguarda i supereroi e poteri affini implica necessariamente scazzottate e una raffica di colpi di scena spettacolari. Non certo scaramucce sentimentali da ‘la casa nella prateria’. Ecco perché questo telefilm non mi ha preso appieno.
Mischiare certi generi è sempre un rischio e chi è per ‘O tutto o niente’ non resterà soddisfatto di questo telefilm. Ciò non toglie che si lascia guardare decisamente di più di altri telefilm di questi ultimi anni (ribadisco, come Arrow: la nemesi dei telefilm dei supereroi).

martedì 6 ottobre 2015

Terminator genesys


Uhm uhm uhm. E ancora uhm.
Giudicare terminator genesys rapportandolo ai suoi predecessori è come paragonare un piatto di pasta cucinato in un ‘all u can eat’ cinese con quella della propria mamma: si lascia mangiare ma non è la stessa cosa.
Quindi bocciato in partenza? Ni.
Da una parte… Ehi, ma è Terminator con il buon vecchio Schwarzy!!! Si prova la stessa nostalgica emozioni di quando si è visto l’ultimo Rocky o Rambo solo perché c’era Sly. È come rispolverare i vecchi ricordi di quando quegli attori erano grandi, grossi, atletici e cazzutti mentre impersonavano quelle che sarebbero diventate icone del cinema: il robot spaccaculi, il pugile sfigato con la moglie stra-ultra-cessa che diventa un campione o il veterano che si rattoppa la ferita col punto-croce. Sono i personaggi che hanno fatto la storia: intoccabili.
Ecco perché è difficile giudicare questo film.
Le prime scene, dove lui combatte le sue nemesi dei primi due film, è da strappalacrime: avanti nostalgia canaglia, prendimi e portami via. Poi Schwarzy che fa battute sulla sua veneranda età ci sta proprio bene (come lo sono i suoi ‘sorrisi robotici’).
Poi c’è il colpo di scena sul figlio di Sarah (che per me è stato tale in quanto non avevo visto manco un trailer ma chi l’aveva fatto se l’è trovato spiatellato davanti mandando tutto a ‘donnine della notte’) che porta la trama ad acquistare uno spessore diverso dal previsto. Ci sta. Anche se le pecche logiche fioccano dal cielo, soprattutto se cerchiamo la coerenza con i primi due film della saga.
Quello che infastidisce di più è la scelta dei suoi coprotagonisti, ovvero quelli che interpretano Sarah e Kyle; infatti non ci azzeccano un accidenti. Soprattutto Sarah che dovrebbe essere cazzutissima, una scaricatrice di porto all’ennesima potenza, colei che porta i pantaloni in casa terminator. Ci prova, dai, ma non funziona. È proprio fuori posto. E questo fa perdere pathos alla storia.
Senza contare che se una madre vede il proprio figlio fare il ‘birichino’, dovrebbe almeno dispiacersene o tirargli le orecchie per bene. Invece non si dà sufficiente spessore a questo aspetto (che trovo quantomeno essenziale). Mah.
Per il resto, è il classico film pieno di effetti speciali, scazzottate ed inseguimenti (ovvero ciò che ci si aspetta da un film del genere).
Forse è proprio questo il punto: se lo si guarda pensando sia un film d’azione come tanti, può anche essere apprezzato. Se invece lo si ricollega al filone Terminator invece non regge il confronto (specialmente con i primi due film). Certo, difficile farlo, ma credo ci si potesse almeno provare, fare di meglio. Giusto un pelino di più (anche solo mettere co-protagonisti convincenti).
Un film, in definitiva, che si lascia guardare senza infamia e senza lode. Se vi soffermate più su Schwarzy e meno sui co-protagonisti, se non state troppo a porvi domande sulle pecche logiche della trama, se non vi soffermate dubbio sullo strano non-rapporto madre e figlio, allora potrebbe piacervi questo film. O almeno non desiderare di andare nel passato per dare fuoco (usando i fogli del copione) a tutti coloro che hanno partecipato al film.